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Oggi attraverso la tecnica progettuale dei mosaicisti contemporanei, il mosaico è tornato di moda. Con la capacità di rinnovarsi continuamente. L'unità di misura del mosaico, la tessera è codice del linguaggio espressivo, simbolo di una materia estremamente concreta, da trattare con la dovuta sensibilità. Bisogna saper vedere e leggere la texitur musiva.

Una superficie animata dalle tessere diventa viva, quando l'esecuzione ha la capacità d'infondere ritmo e armonia nelle composizioni. Sono spesso luoghi di fantasia che rinnovano la tecnica e il linguaggio del mosaico. Il suo impiego oggi sempre più presente nel designer, nell'arredamento, in opere propriamente artistiche ecc. ne è un esempio evidente.

Nel suo studio/laboratorio Katia Satti propone una serie di opere musive che variano dall'esclusiva collezione "unica" di gioielli in filato e micro mosaico, pannelli decorativi, ritratti, tavoli, specchi, pavimentazioni, greche, riproduzioni, piscine ecc. tutto questo con disegni e modelli esclusivi, frutto dell'interpretazione personale dell'artista.

I gioielli in filato riprendono una tecnica antichissima che nasce nel 1700, ma rivisitata in chiave moderna. Ogni anno si predilige una collezione in particolare, che in base al disegno scelto, si evolve in tutte le sue sfaccettature e varianti.

Il mosaico filato nasce a Roma alla fine del 1700. I suoi inventori scoprirono che gli smalti, miscele di vetro colorate in fusione con ossidi metallici, sottoposti di nuovo al calore della fiamma diventavano una pasta malleabile adatta a essere filata. Si potevano così produrre bacchette lunghe e sottili dalle quali ricavare minuscole tessere.

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